Storia di una famiglia e di un lavoro

Era il 1914 a Città della Pieve, in Piazza Plebiscito, quando l’attività venne avviata.

sev_chi_siamo_03I vecchi pievesi ancora se lo ricordano Leopoldo Rossi che, in sella alla sua bicicletta partiva dalla bottega, zeppa di tessuti di ogni genere, per andare a consegnare la merce nelle case dei clienti fino ai poderi più lontani.

All’ epoca le strade erano larghe appena per far passare i carri dei contadini e le poche carrozze dei signori. Di automobili e di asfalto neanche a parlarne. Breccia e terra: dure e polverose in estate e fiumi di fango o ghiacciate in inverno.

Anche così il nonno, il babbo del nostro babbo, in maniche di camicia o intabarrato nel giaccone di panno, con le borse di cuoio legate alla bicicletta, piene di stoffe per i clienti, non saltava una consegna.

Era una missione la sua, non soltanto un mestiere. Arrivava nelle case e nelle vite dei clienti in sella alla sua bicicletta. Una stretta di mano, magari un bicchiere di vino, di quello genuino, accompagnato da due chiacchiere per rinfrancare il corpo e lo spirito. Un sorriso e via, di nuovo in sella per tornare a casa prima di notte.

Si, perché a casa, o meglio, a bottega, ad aspettarlo, c’era la nonna Augusta che, tra uno scampolo di cotone e un organzino per una camiciola preziosa, trovava anche il tempo di crescere cinque figli.

Tra questi il nostro babbo Severino.

Quando il nonno appoggiò per sempre la bicicletta al muro e se ne andò, ancora giovane, fu proprio Severino a continuarne l’attività, prendendone il posto a bottega e nel cuore dei pievesi.

L’arrivo di nostra mamma Lorentina segnò l’ideale complemento nella vita e nel lavoro del babbo.

La mamma portò in famiglia ben più della dote: una miscela corroborante di femminilità e dolcezza unita ad una gran voglia di lavorare.

sev_chi_siamo_02Ce li vedete voi due tipi come Severino e Lorentina chiusi a bottega, dietro il banco delle stoffe? No. Alla bottega, infatti, si affiancò il banco nei mercati e nelle fiere della zona. Non era certo facile perché si lavorava tutti i giorni a negozio e la domenica in fiera.

L’attività è andata avanti anche grazie all’ aiuto di molte persone amiche e parenti che, con il passare degli anni, hanno dato il loro contributo e ci hanno sostenuto nei momenti critici. A loro, a questa famiglia allargata va la nostra profonda gratitudine.

Ancora oggi, se vi trovate a passare per i paesi vicini di Umbria e Toscana e chiedete di Severino e Lorentina, un sorriso magari velato da un po’ di nostalgia, accompagnerà la risposta dei vostri interlocutori.

Eccoci a noi: i figli Leopoldo e Stefania.

Già dall’ infanzia si doveva contribuire ad aiutare la famiglia.

Diceva nostro padre: “La nostra attività ci dà il pane e sarà il vostro futuro!”. Tutto si faceva per il lavoro, anche se l’insegnamento dei veri valori della vita, dell’educazione, del rispetto, non è mai venuto meno.

Non rimaneva che spicciarsi a finire gli studi: “Carissimi Leopoldo e Stefania – ci sembra ancora di sentire le parole di Severino –  tutto è pronto per accogliervi. Gli anni passano, gli acciacchi dell’età stanno arrivando e voi invece avete tutta la forza della gioventù!”.

All’ epoca eravamo già in Via Vannucci con due punti vendita separati: uno al n.113 e l’altro al n.122. Era stata inserita la biancheria per la casa da molti anni. Negli anni ’60 fu la volta dei capi confezionati, vero boom del periodo. Poi ci ampliammo verso l’intimo uomo, donna e bambino e, per una trentina d’anni, abbiamo vestito anche le spose.

Dapprima ha iniziato Leopoldo in quanto primogenito, poi è entrata in azienda anche Stefania. Tutto andava molto bene anche se era faticoso, e tuttora lo è: lavorare con la febbre, privarsi dei divertimenti propri della gioventù; noi l’abbiamo presa, come probabilmente fanno tutti quelli che investono e rischiano di persona nel proprio lavoro, come una “missione”, considerando certo i guadagni come fine, ma provando vera soddisfazione con quella del cliente, nel contatto con la gente di cui diventi amico, a volte confidente, con cui sorridi, ti diverti e purtroppo soffri, attraversando i vari momenti della vita. Vuoi mettere il contatto umano della bottega con la freddezza dei centri commerciali, dove sei solo un numero, una mera opportunità di vendita?

Per noi, per le nostre famiglie, il negozio è una seconda casa, ci siamo nati …

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